La lunga scia di stragi sull'appennino

Soprattutto nel periodo fra la liberazione di Roma (giugno 1944) e l'arresto dell'avanzata Alleata sull'Appennino emiliano (ottobre 1944), l'esercito tedesco, che a causa delle pesanti sconfitte subite era in ritirata, si scatenò contro centinaia di persone (partigiani e non). I nazisti uccisero o per vendicarsi degli attacchi subiti dai partigiani o per assicurarsi il controllo del territorio che in caso di ritirata volevano libero dai partigiani e dalla popolazione che li aiutava. Numerose furono quindi le uccisioni di partigiani, ma anche di persone indifese come donne, vecchi e bambini. Come abbiamo detto, per i nazisti anche questa gente poteva essere pericolosa in quanto poteva aiutare e sostenere i partigiani. Leggiamo insieme il nome di alcuni paesi (fra parentesi abbiamo scritto la provincia), tutti nell'Italia centrale e lungo l'Appennino, con a fianco il numero delle persone uccise. Come si vede ci furono molte stragi prima della strage di Monte Sole che fu però la più grande.

L'uccisione di donne e bambini

Le stragi, l'abbiamo detto colpirono non solo gli uomini, ma anche le donne, i bambini e in alcuni casi i religiosi. Uno dei capi dell'esercito tedesco, il feldmaresciallo Kesselring, il 17 giugno 1944 aveva infatti ordinato ai suoi soldati: "la lotta contro le bande [brigate partigiane] deve essere condotta perciò con tutti i mezzi a disposizione e con la massima asprezza. lo coprirò ogni comandante che nella scelta e asprezza del mezzo vado oltre la misura a noi di solito riservata". Questo significava che erano autorizzate tutte le forme di crudeltà.