Home | Storia | Ambiente | Pace | Progetti | Immagini | Video | Link
   

Storia

Parco storico di Monte Sole Aula didattica di Monte Sole

Ufficio Scolastico Regionale E-R

Centro Servizi Amministrativi - Bologna

Progetto Marconi

PROJECT

 

Lettera di un condannato a morte della resistenza

I partigiani vivevano nascosti e spesso lontani dalle loro case, correndo ogni giorno il pericolo di essere uccisi. Le lettere scritte da alcuni di essi ai loro familiari sono state raccolte in un volume dal titolo Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana. In queste lettere i partigiani descrivono il clima di terrore in cui vivevano, ma parlano anche del coraggio e del desiderio di sconfiggere i fascisti e i nazisti per amore della libertà e di una patria giusta e civile.

Cari compagni,

ora tocca a noi. Andiamo a raggiungere gli altri tre gloriosi compagni caduti per la salvezza e la gloria dell'Italia. Voi sapete il compito che vi tocca. Io muoio, ma l'idea vivrà nel futuro, luminosa, grande e bella. Siamo alla fine di tutti i mali. Questi giorni sono come gli ultimi giorni di vita di un grosso mostro [il nazísmo e il fascismo] che vuol fare più vittime del possibile. Se vivrete, tocca a voi rifare questa povera Italia che è così bella, che ha un sole così caldo, le mamme così buone e le ragazze così care.
La mia giovinezza è spezzata ma sono sicuro che servirà da esempio. Sui nostri corpi si farà il grande faro della Libertà.

Cara mamma e cari tutti,

purtroppo il Destino ha scelto me ed altri disgraziati per sfogare la rabbia fascista. Non preoccupatevi tanto e rassegnatevi al più presto della mia perdita.

lo sono calmo.

Vostro Giordano

[Giordano Cavestro, studente di Parma di 18 anni, partigiano, catturato dai tedeschi il 7 aprile 1944, condannato a morte, fucilato il 4 maggio dello stesso anno].