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Pace

Parco storico di Monte Sole Aula didattica di Monte Sole

Ufficio Scolastico Regionale E-R

Centro Servizi Amministrativi - Bologna

Progetto Marconi

PROJECT

 

Pace a 4 voci

Pace a 4 voci
Progetto educativo di dialogo e trasformazione nonviolenta del conflitto della Scuola di Pace di Monte Sole

Dedicato a ragazze e ragazzi di età compresa tra 15 e 20 anni il progetto vede la partecipazione di 4 delegazioni: una italiana, una tedesca e due provenienti da realtà in conflitto fra di loro. Le esperienze fino qui condotte si sono rivolte a giovani israeliani e palestinesi oppure a giovani kosovari, di etnia serba e albanese.
I partecipanti, 40 in tutto (10 per ogni gruppo, accompagnati da due educatori) trascorrono a Monte Sole, durante l'estate, un periodo che varia dai 12 ai 14 giorni, nel corso del quale vivono insieme condividendo la quotidianità e lavorano insieme, per lo più divisi in piccoli gruppi, che variano ogni giorno, seguendo un percorso educativo scandito da momenti di gioco, giochi di ruolo, letture, riflessioni, approfondimenti, discussioni, performances teatrali e musicali. Veicolo di comunicazione è per tutti la lingua inglese.

Obiettivi del progetto :

  • favorire l'incontro fra giovani appartenenti a comunità in conflitto;
  • promuovere il dialogo e il confronto fra culture diverse;
  • sperimentare la diversità come ricchezza;
  • divenire consapevoli di essere portatori di memorie/storie differenti;
  • relativizzare il proprio punto di vista assumendo uno sguardo critico;
  • sperimentare le tecniche della mediazione e della negoziazione per la trasformazione creativa dei conflitti;
  • interrogarsi sul valore “universale” dei diritti umani;
  • impegnarsi nella stesura di una carta dei principi/carta costituzionale rispettosa delle diverse appartenenze.

Le attività che vengono svolte sono di tipo rigorosamente laboratoriale; attraverso il lavoro in piccoli gruppi di massimo 4-5 persone si consente la partecipazione attiva di tutti/e alle discussioni e alla produzione creativa di pensiero.

Lo sforzo della cooperazione creativa è strumento indispensabile per un reale confronto e una mediazione tra le differenti opinioni e punti di vista all'interno del gruppo di lavoro. La richiesta di produrre qualcosa di pratico e creativo (una performance, una canzone, un cartellone ecc...) porta inevitabilmente ad uno sforzo cooperativo che deve sfociare in un prodotto “concreto”: le difficoltà incontrate in questo sforzo si rivelano profondamente educative per la comprensione delle difficoltà ma anche del fascino di lavorare insieme.

I 40 ragazzi si incontrano a Monte Sole come individui, come esseri umani e non come rappresentanti dei propri paesi di origine: questo è l'elemento caratterizzante del campo. L'incontro a livello personale aiuta a superare le differenze nazionali e a trovarsi tutti sullo stesso piano umano con desideri, aspirazioni, emozioni, differenti e simili allo stesso tempo. Il conflitto viene così affrontato non in maniera diretta bensì in maniera trasversale attraverso le esperienze quotidiane dei singoli, le loro memorie, i loro punti di vista: sempre a livello personale; ed il nemico di ieri perde i connotati del “mostro” per apparire un “altro” come me, anche se diverso.

Un altro cardine dell'idea progettuale alla base dei campi è quella delle memorie e della loro rielaborazione. Ecco perché la giornata dedicata alla conoscenza della memoria di Monte Sole e al contesto storico in cui quella memoria è inserita, è centrale in ogni campo. Essa permette di avviare una riflessione sulle memorie individuali, sulla responsabilità personale, sui meccanismi della violenza, sulla necessità della memoria o dell'oblio. Attraverso riflessioni di tipo laboratoriale, la discussione sulla memoria di Monte Sole diventa lo spunto per parlare dei conflitti nel presente, soprattutto a partire da memorie personali dolorose che possono essere condivise all'interno del gruppo ma anche parlando diffusamente della situazione nei paesi di provenienza.

Attraverso la testimonianza di un sopravvissuto alla strage e la presa di coscienza della difficoltà di rielaborare quella memoria e di rispondere agli interrogativi di fondo: perché quella violenza contro civili inermi? Perché e come sono potuto sopravvivere? Qual è il sentimento che nutro oggi nei confronti dei carnefici di ieri? si apre lo spazio della riflessione e della discussione.

Da una parte i giovani italiani e tedeschi, che oggi vivono la realtà di una convivenza pacifica all'interno dell'Europa, ma che provengono da mondi che, in un futuro non troppo lontano, si sono trovati contrapposti, in guerra, che hanno espresso un livello di violenza che oggi appare lontano e irripetibile. Dall'altra giovani che vivono, oggi, quella stessa atmosfera, che si percepiscono come nemici, che trovano difficoltà a riconoscersi, prima di tutto, come persone, e di conseguenza a fidarsi gli uni degli altri. Ed il messaggio diviene quello di mostrare una possibilità, una speranza , che può prendere corpo nel futuro se c'è l'impegno anche personale ad assumere la propria responsabilità nei confronti di tale futuro. Conciliazione e riconciliazione , due parole chiave del Campo, sono possibili soltanto a partire da qui. Ed il riferimento alla memoria e alla storia è centrale in questo processo: una società che si proponga di costruire una cultura di pace deve necessariamente essere disponibile a fare i conti con il proprio passato, deve assumere consapevolmente l'esistenza di memorie diverse, divise, antagoniste e chiedere alla storia di divenire terreno sul quale il confronto fra tali memorie consenta di dare risposte accettabili per tutti.

Saranno queste le premesse per lavorare ad una possibile trasformazione nonviolenta dei rapporti di convivenza, sia pure nella convinzione che i conflitti siano una realtà ineludibile in una comunità che voglia scegliere la strada della democrazia.

Il progetto educativo del campo è concepito come un processo, dove il tema centrale del conflitto e della possibilità di una sua trasformazione in termini non violenti viene introdotta nella seconda parte del percorso.

Le tappe fondamentali di tale percorso sono:

  • imparare a percepirsi come individui (storie personali)
  • prendere coscienza e assumere criticamente la presenza di stereotipi e pregiudizi (gli uni degli altri)
  • affrontare il tema della mediazione e della negoziazione nella trasformazione nonviolenta dei conflitti;
  • conoscere la storia del contesto in cui ha avuto luogo la strage di Monte Sole e confrontarsi con le memorie di quell'eccidio;
  • assumere criticamente le proprie memorie ed affrontare criticamente le proprie conoscenze in merito alla propria storia (uso pubblico della memoria e della storia);
  • approfondire il tema del conflitto presente alla luce delle riflessioni che il percorso attivato consente;
  • prendere conoscenza dell'esistenza dei diritti umani e discuterne il contenuto alla luce di un confronto con la realtà presente. Che cosa significa che sono “universali”? possiamo riconoscerli realmente come tali?
  • proporre un proprio modello di città ideale, che rispetti i diritti fondamentali degli individui.