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Ambiente

Parco storico di Monte Sole Aula didattica di Monte Sole

Ufficio Scolastico Regionale E-R

Centro Servizi Amministrativi - Bologna

Progetto Marconi

PROJECT

 

Comunità

Queste comunità erano:

- Sirano con Casola di Sirano
- Stanzano  
- Panico con Folesano, Brunadé, Marzabotte
- Ignano
- Sperticano con Campedello
- Caprara con Caprara di Sotto, Caprara di Sopra,
- Quercia
- Casaglia con Murazze, Quercia, Poggio
- Salvaro con Cà dei Schiavi, La Villa, Pampano
- Carviano con Casigno, Poggio, Cà dé Baldi
- Veggio con Acqua Puzzola, Castelvecchio,
- Poggio, Tudiano

Ogni comune (o parrocchia) riuniva più nuclei di case, chiamati "borghi", sparsi sul territorio; in totale erano 21, e la popolazione complessiva, a quell'epoca (1781), era di 2581 persone, suddivise in 499 famiglie. A differenza delle famiglie di oggi, costituite mediamente da circa tre persone, quelle di un tempo erano assai più numerose: la media dei componenti era di 5,17 persone per nucleo famigliare. Certo, è abbastanza difficile immaginare quel 0,17 di persona come fosse: forse un pezzo di un parente rimasto vittima di qualche furioso combattimento a lancia e spada?
A parte gli scherzi, non doveva essere semplice per la massaia mettere a tavola più di 5 persone ogni giorno. Da queste parti si viveva con i prodotti locali; ben poco doveva essere ciò che arrivava dall'esterno.
Le principali risorse disponibili per la popolazione locale erano, tra i seminativi, il grano e altri cereali chiamati "marzatelli", ma il prodotto più significativo pare sia stata la vite: "molta e buona uva" caratterizza quasi tutto questo territorio, assieme alla frutta e, per la parte centrale, attorno a Monte Sole, la seta. I boschi, diffusi ovunque, fornivano la legna da ardere, mentre il castagneto non era abbondante: solo la dorsale raggiunge le quote alle quali si sviluppa questa pianta. Anche i terreni incolti rappresentavano una risorsa, essendo destinati al pascolo brado, prevalentemente nella zona, sud orientale; e per quanto possa sembrare strano, in alcune aree si coltivava anche la canapa, utilizzata prevalentemente per fare cordami: a Caprara tra gli artigiani figurava il "canapino o gargiolaro, così chiamato dal nome dai residui della lavorazione di questo vegetale; i "garzoli".

In realtà, un poco di produzione industriale si è andata consolidando nel corso dei secoli, oltre al piccolo artigianato d'ambito locale: alcune manifatture destinate anche all'esportazione dei prodotti sorgono nell'area, in prevalenza nel territorio di Panico.
L'industria locale è caratterizzata dai seguenti opifici:
- gualchiera: fabbrica di tessuti, in prevalenza feltro. II termine è di origine longobarda;
- mangano: lavorazione di finitura di tessuti, in prevalenza lino. Una sorta di stireria industriale;
- molino da polvere: lavorazione industriale della polvere da sparo;
- cartiera: fabbrica di carta. E' ancora presente, con attrezzature moderne.

Le suddette fabbriche utilizzavano per la forza motrice l'energia fornita da ruote ad acqua, come i mulini. L'unica attività produttiva che non richiedeva energia idraulica era la fornace da laterizi, nel territorio di Casaglia di Caprara