IL MEDIATORE A SCUOLA
Miriam Traversi
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Chi è il mediatore linguistico culturale?
Il mediatore linguistico e
culturale in ambito scolastico, una figura professionale che, attraverso la
relazione, sia con il proprio mondo di origine, sia con il mondo in cui è
approdata, riesce a fare da ponte fra l’allievo immigrato e il mondo della
scuola, del quale quest’ultimo viene a far parte
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Cosa deve sapere il mediatore?
La formazione del “mediatore – ponte” dovrà esplicitarsi in tre ambiti: linguistico, culturale e relazionale.
L’ambito linguistico fornisce il supporto per
agevolare la comunicazione, e pertanto la relazione, all’interno del gruppo –
classe e con l’insegnante, durante la prima fase dell’accoglienza e
dell’inserimento, la comprensione dei percorsi didattici proposti dai docenti,
la comprensione dei linguaggi disciplinari, il consolidamento degli
apprendimenti.
¨ Chi
rappresenta il mediatore?
Per l’ambito
culturale il mediatore, inteso proprio come ”colui che sta in mezzo” non potrà
essere un semplice membro della propria cultura o un interprete pedissequo
della cultura ospitante, nel qual caso non metterebbe in atto alcun tipo di
interazione tra una sponda e l’altra, ma dovrà rappresentare il terzo elemento
che permette il dialogo, facilitando la relativizzazione delle posizioni, e,
dunque, la relazione.
Troppo spesso
si fa l’errore di pensare alla cultura come ad una identità fissa e statica,
data una volta per tutte, mentre in essa prevalgono l’aspetto dinamico, i
continui mutamenti ed interazioni che danno origine al fenomeno del meticciato,
vero protagonista della storia. Un esempio potrebbe essere quello della scelta,
e pertanto del rispetto, di alcune regole condivise se ad imporle non sarà
stata unilateralmente la cultura ospitante, ma la mediazione e la negoziazione
fra istanze culturali diverse in un contesto laico qual è quello della scuola
italiana.
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Qual è il ruolo del mediatore?
Compito del mediatore è anche quello di mettere
in relazione le famiglie degli studenti immigrati con i docenti ed in generale
con l’istituzione scuola, con l’obiettivo di rendere i genitori consapevoli e
partecipi al processo educativo dei propri figli. Verranno così facilitati il
dialogo e i rapporti fra le diverse componenti, spesso molto difficili a causa
della reciproca non comprensione linguistica.
Tale
attività non potrà essere considerata secondaria, ma sarà anzi curata in modo
particolare, vista l’importanza che essa riveste anche per l’incontro fra
culture e avrà quindi bisogno di un monte ore concordato ed inserito nella
programmazione.
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Il mediatore può insegnare l’Italiano?
Il mediatore
non è un alfabetizzatore, né può, in nessun caso, sostituire l’insegnante nel
suo compito, primario e istituzionale di insegnare l’italiano come L2; può,
però, essere un valido supporto, lavorando insieme con l’insegnante a tale
scopo.
Il mediatore
linguistico e culturale deve conoscere il sistema scolastico dell’Italia e del
proprio Paese e offrirgli gli strumenti per lavorare in accordo e
collaborazione con i singoli docenti, ma anche con il Consiglio di Classe e con
il Collegio dei Docenti, da cui sarà ufficialmente riconosciuto, perché è la
scuola nel suo complesso che si deve far carico del processo educativo
interculturale.
- accoglie i neo - arrivati
- sostiene la
prima fase di inserimento e fornisce un adeguato supporto linguistico
rispetto a:
- traduzione
e comprensione dei curriculum scolastici svolti nei Paesi d’origine ;
-
comprensione dei programmi della scuola italiana da parte degli studenti immigrati e delle loro famiglie
-
comprensione dei linguaggi disciplinari
-
stabilisce delle relazioni tra scuola e famiglia facilitando il dialogo e
i rapporti, da un punto di vista linguistico-culturale, fra le famiglie degli studenti
immigrati e i docenti;
- traduce
avvisi, messaggi, documenti;
- valorizza la lingua e la cultura d’origine;
- rileva le
competenze e raccoglie la storia, personale e scolastica degli alunni
immigrati;
-
informa gli insegnanti e fornisce loro un adeguato supporto per quanto riguarda
l’accoglienza e l’inserimento di studenti provenienti da culture “altre”;
- rinforza la
conoscenza della lingua di origine L1;
- collabora all’insegnamento dell’italiano L 2;
- collabora a progetti di educazione interculturale;
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