Auguri per il 2017 (e successivi 83)
Viviamo anni non di semplice incrementazione/accelerazione del cambiamento ma anni in cui il mondo sta diventando un’altra cosa; e noi con esso.
Emerge una figura umana se non differente certo diversa nelle sue facoltà e nella sua struttura intenzionale da quella vissuta e studiata da tremila anni a questa parte: quel che si viene definendo come post-umano.
Certo, la domanda “chi è l’uomo” va ulteriormente riformulata per effetto della globalizzazione, dell’informatizzazione e in particolare per gli sviluppi delle scienze e delle tecnologie; in particolare, appaiono sempre più rilevanti le modifiche della base fisica (DNA, RNA, ingegneria genetica, farmaci).
Non “cos’è il mondo?” o “chi è l’uomo?” sono ormai le questioni, ma chi o che stiano diventando, come si evolvano, attraverso i vari tipi di consumo protesico e reintegrazione continua ad alta intensità, le strutture di pensiero, i modi di evolversi.
Idem per “chi è il bambino?” o l’anziano o qualsiasi classe di età e di condizione. Stanno diventando tempi di post-democrazia, post-verità, post-programmazione o meglio –spero- del tramonto di un modo di concepire la democrazia, di cercare la verità, di progettare.
Quando molti scrivono ormai di post-umano (cit. A. M. Ripensare l’educazione negli scenari del post-umano, Encyclopaideia, n.1 2017 ed Unibo) servono identità culturali agili e aperte alla natura e alle neo-nature evocate dalle tecnologie.
Cerchiamo allora, nelle nostre scuole, di aiutare la formazione di identità aperte alla connessione rigorosa, capaci di critica ma anche di proposta, non chiuse in difesa di presunte certezze ma rese dai loro studi sicure di sé e su questa base pronte a un pensare nuovo.
Per questo ritengo importante comunicare agli studenti la forza e l’orgoglio dell’eredità occidentale nonché dotarli di adeguati strumenti, anche informatici, per navigare nell’ipercomplessità senza fare naufragio.
La navigazione, criticamente connessa a quella dell’epoca, probabilmente non sarà tranquilla, ma i giovani hanno diritto di avere dai loro genitori e insegnanti costellazioni di saperi, di miti e di valori a orientarli per orientarsi.
Non costellazioni di stelle fisse ma configurazioni relativamente stabili operate dalle scienze a partire dall’osservare da lontano i veloci e convulsi movimenti del contesto.
L’attività degli insegnanti che detengano la statura umana e la scienza dei veri Maestri (e sono tanti!) trascende la contingenza temporale.
L’indicazione autentica non ha obiettivi determinati, orienta all’impensato, al venturo, al restare umani dopo l’umano come pensato sinora.
I molti Maestri che lavorano nel complesso della nostra Istruzione, dalla scuola dell’infanzia all’università, possono farlo, poiché attenti alle costellazioni in fieri del conoscere e si sono guardati dentro e intorno.
Poiché possiedono le strutture evolutive delle scienze e delle tecnologie e hanno rielaborato i miti fondazionali dell’Occidente, letto di quelli dell’Oriente rivolgendo i primi insieme ai secondi in nuclei ermeneutici di quel che ci attende.
Non facciamoci condizionare dalle tragedie di questa triste settimana. Pensiamo al 2017 come a un anno in cui il reale e la realtà siano rigenerate dalle Idee migliori per aiutare la navigazione nostra e dei nostri alunni nelle acque del nuovo mondo.
Sapendo che le plaghe attraversate attraverseranno, consapevolmente o meno, i naviganti. Gli insegnanti resteranno persone autentiche che non si perdono nei dettagli o perseguono obiettivi predeterminati ma raccontano l’Intero e aprono le menti.
Abbiamo il compito di avviare i giovani non solo all’apprendere (prendere-da) ma al pro-durre, al creare, attuare il nostro/loro essere in sintonia con le grandi correnti di senso del pensiero nel tempo di quel che per ora chiamiamo post-umano.
Nella scuola italiana, storico nucleo di quella europea, lavoriamo per prepararli alle mutazioni necessarie ed eticamente augurabili.
Nonché a resistere a quelle non raccomandabili.
Auguri di buona salute e di serenità .
Agostina Melucci