L'ipertesto al servizio della didattica e dell'apprendimento

Teatro Dehon - 28 marzo 1995

COSTRUIRE UN IPERTESTO IN CLASSE? .... SI PUO' FARE

Alessandro Claudio Candeli - I.R.R.S.A.E. Emilia-Romagna


Mi capita spesso di sentirmi porre delle domande o avanzare dubbi sulla possibilita` di costruire un ipertesto da parte di colleghe e colleghi che vorrebbero ''buttarsi'', ma la ritengono un'impresa superiore alle loro possibilita`. Cerchero` di rispondere ad alcune delle piu` frequenti e pressanti questioni, fondandomi sull'esperienza acquisita in sette, otto anni di militanza ipertestuale, come autore e come ''spalla'' di colleghi.

Mi piacerebbe provare, ma saro` poi capace?

Certamente e` difficile dire a priori se saremo capaci di portare a termine un'attivita` mai intrapresa prima, alla quale non siamo stati addestrati e che non conosciamo un gran che. L'intensita` dei dubbi di solito e` inversamente proporzionale all'esperienza acquisita nel proprio mestiere, ed e` perfettamente comprensibile che sia cosi`.

La sola risposta onesta e` ''Non lo so.''

Tuttavia va considerato che chi si pone la domanda, solitamente, appartiene a quella schiera di colleghe e colleghi intellettualmente curiosi e vivaci, disposti a rimettersi in gioco, in qualche misura, se ne vale la pena. Gli stessi che avvertono con maggior disagio la difficolta` di suscitare, con i mezzi tradizionali, l'interesse di ragazzi bombardati da messaggi multimediali sempre piu` scatenati e che ritengono di dovere offrire loro la capacita` di difendersene, padroneggiando i nuovi ''strumenti di potere''. In definitiva si puo` quasi dire che chi dubita onestamente di farcela ha buone possibilita` di successo nell'impresa, specialmente se evitera` alcuni errori dovuti all'inesperienza nel settore, lasciandosi aiutare un poco.

Prima devo essere padrone dei miei mezzi, pero`.

Contrariamente a quello che si puo` immaginare, questo atteggiamento -comprensibilissimo- e` poco costruttivo, alla luce dei fatti. Chi ritiene di dover aspettare il verificarsi di una condizione ideale di partenza, ha buone possibilita` di perdere il treno. Quello di cui si deve essere ragionevolmente certi, piuttosto, e` la propria personale e sudata disponibilita` a studiare cose nuove, ad affrontare situazioni impreviste, ad accettare che sul piano dell'uso degli strumenti gli studenti imparino molto piu' in fretta e assumano, in questo ambito, un ruolo trainante. Non c'e` niente di frustrante in questo. All'insegnante rimane il compito di gran lunga piu` rilevante e di maggiore responsabilita`: tenere il timone e mantenere una visione lucida di un'opera costruita a frammenti da molte mani, che dovra` ricomporsi, alla fine, in un unicum armonico e senza crepe o vistosi buchi.

Che attrezzatura occorrerebbe?

Le nostre scuole non sono il paradiso, neanche per dotazione di computer. Questo lo sappiamo da un pezzo ed e` sterile aspettare di avere il laboratorio ideale prima di cominciare. Due sono le mosse vincenti: partire con quello di cui si dispone e bombardare in modo incalzante e fantasioso chi puo` fornire strumenti piu` moderni: presidi, banche, comuni, quartieri, associazioni ecc. Ci sono piccole sacche di denaro che aspettano di essere destinate a qualcuno che le sappia chiedere. A me e` capitato di partecipare con i miei figli ad una maratona insieme con insegnanti e ragazzi di una piccola scuola media che ha fatto bellissimi ipertesti, per vincere il premio destinato al gruppo piu` numeroso. L'anno successivo il loro laboratorio aveva un ''386'' nuovo fiammante in piu`.

Tuttavia ci sono condizioni proibitive: al di sotto di un computer ogni due, massimo tre ragazzi, non si campa facilmente. Riguardo al software, ne esiste di estremamente sobrio, ma perfettamente funzionale alla costruzione di un ipertesto scolastico di livello molto buono. Gli esempi accessibili sono a disposizione di tutti e non e` il caso di menzionare in questa sede ne` gli esempi ne' il motore ipertestuale usato.

Quante ore mi fara` perdere?

Un mucchio, se non si conclude niente di buono. Se il progetto e' approssimativo o troppo ambizioso, se il timone e` debole, se la distribuzione e l'organizzazione del lavoro e` carente, e` inevitabile che esca un prodotto mediocre, un testo malamente trasposto nel nuovo medium. Ma se ci si e` mossi su di un buon progetto, lasciando ai ragazzi la possibilita` di esprimere al meglio le loro doti creative e la grande capacita` di lavoro, si puo` certamente constatare che si e` guadagnato molto tempo. Il lavoro multidisciplinare trova nella costruzione di un ipertesto un suo spazio naturale, non forzato. Le discipline non appaiono piu` slegate dall'assurda scansione della campanella, le competenze dei singoli affiorano in un'atmosfera collaborativa e non competitiva e l'oggetto degli sforzi cooperativi non e` destinato ad ammuffire in un sottoscala, ma gira il mondo. Alla passata fiera del libro per ragazzi alcuni ipertesti hanno suscitato l'interesse di compratori americani e giapponesi e stanno passando di mano in mano fra docenti e studenti di mezza Italia.

Io d'informatica non capisco niente.

Non e` affatto una cattiva partenza, anche perche` le competenze informatiche sono coinvolte in maniera minima nella realizzazione di un ipertesto. Conta molto di piu` un atteggiamento costruttivo, la capacita` di affrontare senza scoraggiarsi le difficolta` inevitabili di percorso, un buon rapporto con gli studenti, la competenza disciplinare, le capacita` espressive sia testuali che grafiche, l'ordine mentale e soprattutto la pazienza. Per quanto riguarda il computer, basta essere disposti ad imparare ad usarlo in alcune delle sue potenzialita`. Per fare una conversazione telefonica interessante non occorre essere telefonisti.

Per partire con il piede giusto:

Cose da fare:

· Scegliere un argomento interessante anche per gli studenti e ben circoscritto.

· Scegliere un software adeguato alle macchine di cui si dispone.

· Coinvolgerli collettivamente fin dalla fase della ideazione e progettazione con brainstorming alla lavagna e discussioni in classe, in modo che tutti abbiano chiaro a che progetto globale stanno lavorando anche mentre, in apnea, stanno sviluppando le note lessicali del loro capitoletto

· Sviluppare una mappa generale alla lavagna e su carta dell'intero lavoro.

· Rispettare la mappa durante i lavori.

· Lasciare molto spazio alle immagini. Il monitor di un computer e` pur sempre un televisorino.

· Partire per tempo e concludere i lavori entro aprile.

· Procurarsi tutto il materiale bibliografico e grafico, selezionarlo e ordinarlo, prima di mettere le mani sul computer.

· Prendersi del tempo per le revisioni parziali in itinere e quella finale.

· Far disegnare chi sa disegnare e scrivere chi sa scrivere. Lapalisse, capitolo I.

· Suddividere il carico fra gli studenti in modo equo.

· Affidare ad un paio di ragazzi adatti il compito di aggiornare una tabella dello stato di avanzamento dei lavori, creare le copie di riserva, mantenere una tabella dei nomi dei file e della loro collocazione nelle macchine del laboratorio.

· Assegnare a ciascuno studente una lettera che funga da codice personale e sia impiegata in esclusiva come prima lettera dei suoi file testuali, grafici ecc.

Cose da non fare

· Partire senza progetto, senza materiale grafico e bibliografico.

· Impegnarsi in un progetto troppo ambizioso per le capacita`, il tempo e gli strumenti disponibili.

· Lasciare incompiuto il lavoro, ripromettendosi di continuare l'anno successivo. Disastroso.

· Scrivere testi troppo lunghi e seriosi. Le sbrodolate sono fastidiose sempre, ma in un ipertesto sono insopportabili.

· Dimenticare che modularita` e stratificazione dell'informazione sono i cardini di un ipertesto.

· Lasciare il timone allo sbando o affidarlo ad un ragazzo per le sua buona competenza nell'uso del computer.

· Lasciarsi frastornare dai numerosi avvoltoi paludati che non hanno mai costruito un ipertesto in vita loro, ma sono prodighi di consigli illuminati.

Ma, in definitiva, che cosa e` un ipertesto?

L'ipertesto e' una struttura informativa modulare e stratificata che puo' essere percorsa liberamente a salti e in modo personale da ciascun lettore, contrariamente ad un testo tradizionale - diciamo un ''giallo'' - che deve essere letto in modo sequenziale cominciando dalla prima pagina e procedendo ordinatamente verso l'ultima.

Un ipertesto ben fatto offre un livello d'informazione generale sull'argomento che tratta e la possibilita' di procedere individualmente o per approfondimenti successivi dello stesso argomento o saltando da un argomento all'altro per libere associazioni, servendosi di ''parole calde'' (hot-word) o ''bottoni'' disseminati opportunamente sulla pagina elettronica.

I lettori di un testo sono come i passeggeri di una diligenza: ciascuno percorrera' ogni metro dello stesso percorso dalla stazione di partenza a quella di arrivo, senza nessuna possibilita' individuale di deviare o di saltare una parte del cammino. I lettori di un ipertesto sono come i possessori di una tessera di libera circolazione di una linea aerea. Possono spostarsi in volo da un aeroporto all'altro, trascurando il territorio sottostante che li separa, decidere di fare scalo solo nelle citta' che li interessano, in alcune spendere una mezza giornata per dare un'occhiata in giro, in altre soggiornare a lungo visitandone i monumenti principali, in altre spulciare ogni pietra vecchia, ogni museo, ogni osteria, conservando sempre la liberta' di riprendere il volo in ogni momento, anche alla volta della destinazione piu' remota.

In poche parole l'ipertesto, che oggi sarebbe meglio definire ipermedia, vista la sua capacita' di gestire anche immagini e suoni, e' la risposta all' antico desiderio di navigare liberamente nel mare sempre piu' grande delle informazioni, seguendo un percorso ''su misura''. La presenza diffusa di computer, dotati di enormi memorie accessibili istantaneamente in ogni loro punto, rende realizzabile questo vecchio desiderio. La rete che collega fra di loro i computer del mondo della ricerca (Internet) consente di annullare le distanze che separano fisicamente i computer sparsi sulla superficie terrestre e di raggiungere dal proprio tavolo le informazioni dovunque si trovino, con una rapidita' che fa apparire l'aereo piu' obsoleto e lento della diligenza del nostro esempio. L'ipertesto, per ora, e' lo strumento piu' efficace per organizzare e rendere accessibile a tutti le fonti del sapere, sempre piu' diffuse e numerose. E' facile prevedere che la rivoluzione della combinazione ipertesto-reti telematiche sulla elaborazione culturale del prossimo secolo sara' ben piu' eclatante di quella provocata dalla stampa alla fine del XV secolo e si affermera' molto piu' rapidamente.