RICERCA-AZIONE:un' esperienza

RICERCA-AZIONE: un'esperienza

Scuola elementare CESANA

di Maria Angela Neri, Silvana Mazzanti e Filomena Brancati.


Il nostro è un piccolo laboratorio d'informatica, nato circa 8 anni fa... quasi per caso, da un incontro fortunato con un bambino down, R...., con maestre alla ricerca di strumenti efficaci e con un genitore degli alunni, Gianfranco Fiorentini, cui dobbiamo aiuto, consigli, assistenza per imparare l'abc dell'uso del computer.

Il primo glorioso (si fa per dire!) computer arrivò alla scuola Cesana con i fondi assegnati al progetto SPE.DI., di cui era protagonista R..... e su indicazione di Gianfranco che "per caso" era ed è un operatore tecnologico della scuola media bolognese.

Quel computer, un vecchio Olivetti in bianco e nero e senza disco fisso, è ancora in servizio attivo nella nostra aula di informatica, che è poi cresciuta con l'aiuto di tutte le colleghe della scuola, d'accordo nel convogliare le poche risorse economiche nell'acquisto di nuove macchine, di stampanti... con fondi del Provveditorato, con la continua collaborazione ed aiuto dei genitori che man mano subentravano o, comunque, continuavano ad affiancarci.

Man mano che lavoravamo con i bimbi e che arrivavano i primi programmi (alcuni, ora di pubblico dominio come "Torre" e "Regina", nacquero proprio sulla nostra classe ad opera di Fiorentini) ci rendevamo sempre meglio conto delle potenzialità messe a disposizione dal mezzo, sia nel lavoro con i bambini con handicap, sia in quello con bambini con difficoltà di tipo dislessico e disortografico.

Come sempre capita nell'utilizzo di "materiali speciali" e di strategie didattiche alternative, adatte a bambini "diversi", ci accorgemmo subito che ciò che era utile a "loro" era altrettanto valido per gli "altri".

I primi programmi ASPHI arrivarono nella nostra aula attraverso una strada "personale": li acquistammo mettendo insieme le forze (e i fondi) di genitori e maestre. E' una scelta che saremmo disposte anche ora a ripetere, visti i risultati ottenuti.

Aderire al progetto RICERCA-AZIONE è stato sia una scelta, sia un privilegio:

- ha consentito a noi maestre il confronto con altri colleghi che avevano gli stessi problemi;

- ci ha obbligate ad un ripensamento sistematico del lavoro che stavamo svolgendo;

- ci ha aiutate ad uscire dalla "nostra " aula di informatica, per prendere nota di realtà diverse, mescolando competenze differenziate: tutte e tre siamo insegnanti di classe che, nella nostra storia, ci siamo sempre fatte carico dei problemi dell'handicap, senza delegarne la risoluzione unicamente all'insegnante di sostegno;

- come succede spesso nelle sperimentazioni si è creato un effetto alone positivo, di cui si sono avvantaggiate tutte le persone coinvolte nella ricerca (colleghi, alunni, genitori degli alunni);

- abbiamo effettivamente raggiunto obiettivi insperati, sia con i bambini handicappati che con quelli disabili;

- e, infine, abbiamo acquisito gratuitamente un software prezioso, quanto costoso, grazie all'intesa raggiunta tra Provveditorato e ASPHI.

I bambini coinvolti nella sperimentazione erano tanti, tutti inseriti nello stesso modulo in verticale: 5° classe e prime due classi elementari.

Tre bambini presentavano un handicap di tipo organico (trisomia, paralisi cerebrale, ipoplasia vermiana), uno con dislalia, dislessia, disortografia, due, profughi dall'ex Jugoslavia.

Pertanto il software da utilizzare era finalizzato ad acquisire autonomie sociali e personali ("Orologio" ed "Uso del denaro") o a facilitare il processo di alfabetizzazione ("Pescatore", "Jolly", "Invasori", "Rana").

E' un software, per i pochi che non lo conoscono, capace di attirare e mantenere viva l'attenzione grazie ad una grafica piacevole e ad una serie di espedienti di tipo gratificatorio, che consentono la rilevanza dell'errore senza emissione di un giudizio negativo: la rana, ad esempio, sputa la parola che non è stata letta esattamente.

Noi maestre conoscevamo già il software ASPHI da utilizzare nel progetto di RICERCA-AZIONE (comunque alcuni incontri di aggiornamento comune con personale dell'ASPHI hanno contribuito ad un approfondimento delle conoscenze dei programmi, ad esempio, a conoscere le modalità di variazione dei file esistenti per renderli più adatti alle varie situazioni): infatti avevamo già usato i programmi con tutti i nostri allievi, naturalmente a livelli, tempi e modalità differenziate.

La cosa più complicata della nostra esperienza è stata quella di trovare i tempi per usare in modo costante i programmi, sia perchè le ore di sostegno erano davvero scarse, sia per la mancanza assoluta di ore di contemporaneità sul nostro modulo in verticale.

E, in effetti, l'unico aspetto negativo che dobbiamo rilevare è l'essere ricorse a ore di volontariato, prese dai successi che riscontravamo nei nostri alunni.

La stessa compilazione delle schede mensili di osservazione e di rilevazione dei dati costituiva un appuntamento impegnativo ed oneroso di tempi e forze, ma favoriva un ripensamento utile per mutare rotta quando era necessario. Interessante ed utile anche il confronto con operatori dell'USL - Unità per disabili di via della Grada, alla ricerca di un linguaggio comune fra insegnanti, logopedisti, psicologi...di definizioni delle difficoltà riscontrate nei soggetti: è sempre difficile, infatti, intendersi fra operatori della scuola ed operatori dell'USL.

Veniamo al raggiungimento degli obiettivi: segnaliamo, naturalmente, risultati differenziati.

Andare nell'aula del computer è per tutti un premio, anche se si tratta di usare un sistema di videoscrittura per tempi prolungati e questo la dice lunga sul rapporto bambino/computer (ovviamente la videoscrittura è usata sempre per scopi comunicativi).

Usare i programmi dell'ASPHI è, invece, un "passatempo".

Al termine del primo anno di sperimentazione i bambini con difficoltà delle prime classi hanno fatto davvero un grosso percorso nel campo dell'alfabetizzazione: hanno acquisito una certa sicurezza nell'uso della tastiera, uno è pervenuto alla fase alfabetica della letto/scrittura, uno al riconoscimento ed alla scrittura delle parole.

I disabili hanno acquisito il meccanismo della letto/scrittura.

I bambini profughi dall'ex Jugoslavia hanno raggiunto la fase alfabetica della

letto/scrittura, ma la loro esperienza frammentaria ed episodica (a causa delle frequenti e prolungate assenze) è scarsamente valutabile.

Nella bambina più grande è sicuramente aumentata la sicurezza nell'uso della tastiera e la rapidità nel riconoscimento delle sillabe.

Per quanto concerne l'area delle autonomie abbiamo rilevato una certa difficoltà nell'uso di "Orologio" e "Uso del denaro", in particolare è apparso difficile per la bambina individuare sulla tavoletta tattile la giusta posizione su cui premere.

Ultimo rilievo: ci sono tanti bambini con handicap (e problemi del linguaggio) che pervengono alla fase alfabetica della lettura, ma poi non riescono a fare il salto che li porta a comprendere che due suoni insieme ne formano un terzo, la sillaba.

Occorrerebbe creare un software in grado di risolvere questo problema.